Libri ROCK PROGRESSIVO ITALIANO 1980 - 2013 - METAL PROGRESSIVE ITALIANO

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La storia dei generi enciclopedica

domenica 7 luglio 2013

Recensioni Brevi 10

RECENSIONI BREVI 10

ANIMA MUNDI - The Lamplighter
Progressive Rock - 2013



 Per il sottoscritto i cubani Anima Mundi non sono più una sorpresa, bensì una promessa che andava mantenuta. E cosa fanno con "The Lamplighter" ? Gli amanti del genere sanno bene che l'hanno mantenuta. Un album che sembra essere europeo, le sonorità sono quelle classiche del Prog se vogliamo più recente dei The Flower Kings su tutti. Anche l'artwork della copertina è da spia, quando Ed Unitsky disegna.... la musica è quella. Un poco come si faceva negli anni passati con band come Yes, Genesis etc, ognuno aveva il suo disegnatore per far capire all'acquirente di che musica si trattasse. Un disco fresco, scattante, con tutti gli ingredienti al posto giusto, però di solito quando è così manca il brano trainante....è vero, pecca di questo stile che troppo spesso si autocelebra. Anima Mundi non esulano. VOTO: 7.5

MUSEO ROSENBACH - Barbarica
Progressive Rock Italiano - 2013




 Solitamente quando vedo queste vecchie reunions arriccio il naso, non tanto per partito preso, quello della causa nostalgica, oppure il cavalcare l'onda di un temporaneo (anche se misero) re-interesse attorno al genere, piuttosto vedo realizzazioni anacronistiche che nulla portano di nuovo al genere. Eppure parliamo di Progressive!  Tuttavia i Museo Rosenbach mi hanno colpito. La storica band di "Zarathustra" è vero che non si distacca molto da quel capolavoro ancora oggi apprezzato, però in freschezza ed immediatezza ci hanno preso. Musica di classe, sempre dal profumo anni '70, ma questo oggi non lo chiamerei  più un "difetto", anzi.... Inaspettato vigore ma soprattutto composizioni convincenti, si denota fra i brani la voglia di essere personali e loro in effetti lo sono sempre stati, malgrado la breve carriera discografica. Consigliato a tutti. VOTO: 8.0

DJAM KARET - The Trip
Eclectic Prog - 2013





 Ritornano dopo tre anni, i maestri americani Djam Karet.  Il loro stile è inconfondibile e ad oggi un punto di riferimento per molte altre band ed anche di paragone per noi scribacchini. Il merito è stato quello di unire la più recente e lisergica Psichedelìa al sound a tratti nervoso ed oscuro dei King Crimson. Però sinceramente dopo tre anni da questi grandi artisti mi aspettavo di più. Gli amanti della band ora mi diranno che non l'ho ascoltato bene, che qui e che la. Non mi hanno convinto più di tanto, mancano gli spunti geniali con i quali spesso ci hanno abituati, dirò di più, a tratti mi ha annoiato. Se ci fossero state meno ripetizioni forse il tutto sarebbe stato più digeribile.  Tuttavia non mancano bei momenti, ci mancherebbe, stiamo parlando sempre dei Djam Karet! Risicati risicati.... VOTO: 6,0

ARAB IN ASPIC - Pictures In A Dream
Heavy prog - 2013




Altra promessa questa volta proveniente dalla Norvegia. Li ho lasciati con il secondo album dal titolo "Strange Frame Of Mind" decantandone le doti. Ma a mio avviso questa volta la promessa è parzialmente mantenuta. Infatti, colpito dal sound della band, quel mix fra Black Sabbath e King Crimson, ho decantato e nutrito speranze al riguardo. Il disco non deraglia dal precedente, lo stile è sempre quello ed il carattere pure, tuttavia qualcosa non gira dritto nel songwriting. Mancano gli assolo che colpiscono , quelli che ti restano stampati nella testa per la loro semplicità ed efficienza. Non a caso i Black Sabbath sopra ci hanno costruito una carriera. Certo che chi si avvicina per la prima volta alla band con questo disco ne resterà colpito, disquisirà con il mio giudizio, dicendo che questo è un album ricco di idee e vigoroso. Io invece gli consiglio di andarsi ad ascoltare prima il precedente. Piccolo passo indietro. VOTO: 6,5

THE SAMURAI OF PROG - Secrets Of Disguise
Progressive Rock - 2013



Progetto a metà strada fra la Finlandia e l'Italia supportato dalla francese Musea. Più o meno grandi classici del genere Prog vengono rivisitati da differenti artisti che compaiono come special guest assieme alle menti Marco Bernard, Kimmo Porsti e Steve Unruh. Come nel 2011, anno di uscita del debutto "Undercover", gli artisti dimostrano di avere sunto tutte le sonorità classiche del Prog e di saperle riproporre con personalità. Questo doppio cd è un poco più avanti del suo predecessore, anche per la scelta dei brani, non proprio scontati dei grandi artisti presi come riferimento. Ad esempio, della PFM c'è "Traveler", dei Gentle Giant "Aspirations" o degli Yes "Time And A Word". Non mancano bei classici come "Darkness" dei Van Der Graaf Generator o "Dancing Whit The Moonlit Night" dei Genesis. Un simpatico progetto che mette in bella mostra cosa è il Prog ed i dintorni, infatti sono trattati anche artisti come Rush, England, Crack e molto altro. Simpatico. VOTO: 7.0

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