Libri ROCK PROGRESSIVO ITALIANO 1980 - 2013 - METAL PROGRESSIVE ITALIANO

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La storia dei generi enciclopedica

mercoledì 28 gennaio 2015

Enten Hitti

ENTEN HITTI  - Fino Alla Fine Della Notte
Aliodie
Genere: Sperimentale
Supporto: cd - 2013


Si può musicare il limbo? Che suono ha un viaggio onirico sospeso nel sonno dalla mezzanotte all’alba? Una energia muove tutto questo, l’atmosfera delle notti consiglia in pratica la musica degli Enten Hitti. Il risultato si intitola “Fino Alla Fine Della Notte”.
Pierangelo Pandiscia (polistrumentista) e Gino Ape (polistrumentista) sono le menti creatrici del progetto Enten Hitti, dedito a musica ricercata e sperimentazione, legata anche ad influenze sonore tratte dall’ascolto di gruppi come Pink Floyd, Greateful Dead e dal Krautrock di Popol Vuh. L’esperienza ventennale in ambito musicale si fa notare nelle sette composizioni dell’album, un percorso fatto assieme a Gianpaolo Verga (violino), Afra Crudo (voce), Adriana Puleio (voce), Enya Daniela Idda (voce), Lorenzo Pierobon (canto armonico), Lello Cassinotti (voce), Vincenzo Zitello (arpa bardica) ed Alio Die (Guzheng e suoni naturali). Alcuni di voi si chiederanno se Zitello è colui che ha collaborato anche con Battiato, la risposta è si e fa parte del gruppo Telaio Magnetico.
L’esperienza che caratterizza questa composizione musicale, deriva dalla Sleeping Concert, esercizio performativo che si ispira alle pratiche di veglia sonora tipiche di alcune tradizioni mistiche Tibetane e Sufi. L’intento è quello di evocare ricordi ed immagini sul filo della dormiveglia. I concerti iniziano alle 24.00 fino al sorgere del sole e tutti i musicisti suonano ininterrottamente anche utilizzando strumenti a suono indeterminato (campane di cristallo, campane tibetane, lastre di pietra etc.) e strumenti tradizionali come il violino, l’oboe o l’arpa celtica, tutto questo fino a raggiungere uno stato ipnotico. I concerti hanno la performance di quattro musicisti ed una attrice di Teatro sensoriale e si suddividono in cinque atti: Purificazione e accoglimento, l’inizio del viaggio, moto perpetuo, il sogno ed il risveglio dell’alba.
L’album si apre con “Inizia Il Viaggio”, musica scaccia spiriti con conchiglie e zucche tromba. Subentrano le percussioni che hanno la solennità di una sorta d’ iniziazione. Il battere continuo sembra ricordare che comincia la mezzanotte… si parte. Uso sperimentale delle voci, concepite a strumento, come oggi sanno fare molto bene anche Claudio Milano in arte Nickelodeon e Gianni Venturi nel suo Vuoto Pneumatico e nel gruppo Altare Thotemico. Il suono che ne scaturisce è atavico, intrinseco nel dna dell’uomo, solamente celato dalla paura del lasciarsi trasportare dalle proprie sensazioni, perché spesso nel buio del nostro essere, di questo si ha paura. “Nelle Terre Di Mezzo” giungono strumenti più tradizionali, il suono prende forma seppure sempre in maniera eterea ed ipnotica, tutto sembra avvolgere l’ascoltatore di una coperta di nebbia colorata. Breve la vocale “Un Canto Solitario”, interpretata da Afra Crudo e da Adriana  Puleio, per poi giungere a “Respira”. La notte è nel proprio pieno e sopraggiungono immagini ariose all’ascolto, sensazioni dettate dai suoni pacati che compongono il brano, come in un respiro si alzano e si abbassano. Ed eccoci finalmente “Dentro Il Sogno” dove l’acqua purifica il nostro essere, dove la soavità dei suoni acustici  coccolano e rassicurano. Il tempo passa velocemente quando si è  leggieri e sognanti, “Prima Dell’Alba” sembra sgranchirci con i suoni del violino e del piano. Il risveglio definitivo è dato da “Ho Visto Anche Dei Funghi Felici”, con il canto solare di Crudo e Puleio. 
“Fino Alla Fine Della Notte”, musicalmente parlando, è una esperienza unica, forte e realistica, dove l’ascoltatore non è più parte passiva di essa, bensì ne è complice. Lasciare andare la propria fantasia durante questa esperienza, porta a stare bene con noi stessi, a non avere più paura del lasciarsi andare, in parole povere insegna ad ascoltare, termine che oggi purtroppo viene sempre più soppresso dal più superficiale “sentire”. MS



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