Libri ROCK PROGRESSIVO ITALIANO 1980 - 2013 - METAL PROGRESSIVE ITALIANO

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La storia dei generi enciclopedica

sabato 28 aprile 2018

Visionoir


VISIONOIR – The Wavings Flame Of Oblivion
Autoproduzione
Genere: Metal Progressive
Supporto: cd – 2017


Dietro al progetto Visionoir si cela il nome del polistrumentista Alessandro Sicur, unico membro e compositore di questo debutto discografico dal titolo “The Wavings Flame Of Oblivion”. L’idea nasce nel 1998 a San Daniele Del Friuli e subito viene registrato un demo tape dal titolo “Through The Inner Gate”. Sicur suona il basso anche nella band Blind Mirror.
L’album è formato da un insieme di generi, l’approccio Progressive risiede proprio in questa volontà di unire più stili, alcuni anche apparentemente incompatibili, per un risultato che l’artista definisce “Progressive Doom”. Qui Synth Space Rock, Metal, Gothic e Post Rock, quindi molta carne al fuoco che va a comporre questo album formato da nove tracce.
“Distant Karma” apre subito con un refrain ipnotico, tastiere in loop su un sound greve ed oscuro dettato soprattutto dalla chitarra elettrica. Uno strumentale che ha dentro molto materiale e gran parte dello stile Visionoir, cambi di tempo annessi. Il suono è pieno e rotondo, così buoni anche gli effetti stereo.
In “The Hollow Men” c’è una voce narrante, quella di T.S. Eliot, altro frangente sonoro che si sostiene sulle chitarre elettriche con tappeto tastieristico di supporto. Effetti sonori arricchiscono l’ascolto, mentre l’atmosfera è di nuovo cupa fra nervosismo e pacatezza. Tastiere aprono “7ven”, classico pezzo Metal Prog come il genere richiede, con fughe strumentali e quant’altro, compreso buon motivo da assimilare con facilità, ossia quello che ti si stampa in mente.
Ezra Pound presta la voce narrante nel brano “The Discouraging Doctrine Of Chances”, canzone più rude nelle chitarre e ancora una volta aleggiano nuvole sopra le nostre teste, quell’oscurità al confine fra luce e buio, il brano ben si presta a far lavorare di fantasia l’ascoltatore. Potere indiscusso della musica.
Una schiarita la si ha con la più dolce “Shadowplay” questa volta più sostenuta dai synth che dalle chitarre, anche se sempre protagoniste nell’incedere del brano. Teatro della voce in “Electro-Choc”, a sorpresa la voce di Antonin Artaud si palesa, quella che fu anche punto di curiosità per cantanti come Demetrio Stratos (Area). Qui Artaud non esperimenta, bensì narra semplicemente, mentre la musica (sempre piena e rotonda con effetti stereo importanti) si staglia ancora una volta su cime oscure e grevi. Lo stile Visionoir avrete oramai memorizzato che è questo. Così “Coldwaves” prosegue il cammino sonoro, con un piano in apertura e poi via nuovamente per scale sonore a tratti cadenzate e in altri momenti più ricercate. In “A Few More Steps” la voce narrante in sottofondo è quella di Dylan Thomas, ma come spesso capita di dire, dulcis in fundo, si perché la canzone finale che potremmo anche definire mini suite (undici minuti), è come un fuoco d’artificio, con tutti i colori, gli stili e le armi che ha a disposizione l’artista. Qui in “Godspeed Radio Galaxy” tutto è sparato addosso all’ascoltatore, da sottolineare che la traccia è una bonus track.
In conclusione “The Wavings Flame Of Oblivion” è un disco piacevole, che probabilmente a tratti manca di assolo importanti, quelli che spezzerebbero l’ascolto in maniera più variegata, tuttavia è scorrevole e ripeto, piacevole.
Alessandro Sicur gioca sulle emozioni e ci riesce, dando all’ascoltatore la sensazione di trovarsi davanti ad un film. MS 

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